Dio ci salvi dalla sQuola
Con il pretesto dell’epidemia e attraverso le pirotecniche riforme volte a ospedalizzare la scuola, il ministro Azzolina con un grande sprezzo del ridicolo e attraverso un osceno dispendio di denaro pubblico, introduce anche i famigerati banchi a rotelle: ben 450.000, a cui si aggiungono 2 milioni di banchi monoposto. Ma per quale motivo il ministro a capo del Miur ha il pallino per i banchi a rotelle? Ovviamente non per garantire l’inquietante distanziamento sociale (nuovo pilastro della pedagogia sanitaria), visto che nulla di meglio di quelli fissati a terra potrebbero garantirlo, ma per favorire la didattica 2.0, senza libri e solo con pc e tablet. Del resto, quei banchi non hanno certo lo spazio sufficiente per quaderni, astucci o dizionari.
Con la scusa del Covid19 viene quindi introdotta sulla pelle degli studenti una delle più rilevanti e pericolose riforme scolastiche dall’Unità d’Italia a oggi e con il preciso scopo di impoverire ulteriormente il mondo della scuola attraverso l’eliminazione dei libri e probabilmente anche della scrittura a mano. Lo studente viene introdotto così a una mentalità liquida e fluida per abituarlo all’atomizzazione della società (Marcel De Corte non a caso la definiva dissocietà) dove la classe cede il posto all’individuo attraverso un rivoluzionario cambiamento della struttura dell’ambiente scolastico.
Salvo le lodevoli eccezioni incarnate da professori che pur avendo le mani legate cercano di salvare il salvabile, la scuola violentemente laicista offertaci dallo Stato, si preoccupa di dare il suo contributo al processo rivoluzionario in atto che sta cercando di cambiare antropologicamente l’uomo, abituandolo a essere solo e senza riferimenti religiosi, valoriali, culturali, affettivi.
L’elefantiaca macchina statale che guida e dirige la scuola (ormai vero e proprio diplomificio a carico dei contribuenti), non contentandosi di rendere la scuola pericolosa a livello morale (con un ambiente scolastico in cui ben che vada si vive come se Dio non esistesse) o inutile dal punto di vista culturale, punta adesso a dichiarare guerra anche alla natura umana.
Mai come ora occorrono reazioni proporzionate e contrarie al monopolio educativo di Stato; nonostante la lotta sia impari a livello umano, con l’aiuto di Dio e con tanto coraggio è una battaglia che vale la pena combattere, quantomeno per compiere il proprio dovere di cattolici.