La Maddalena del Caravaggio: il peccato incontra la Grazia

Maddalena penitente - Caravaggio
Per la rubrica artistica della Scuola San Pancrazio
Dove lo sguardo trova quiete

 

È la fine del ‘500, un giovane Caravaggio incontra Anna, una cortigiana del mondo dorato della nobiltà romana; negli stessi mesi il cardinale Francesco Maria Del Monte, diventa il primo committente importante del pittore, sua guida, mentore e amico.
Da questi due incontri nasce un quadro risalente ai primi anni romani: il ritratto di una Maria Maddalena penitente. Il quadro raffigura Maddalena, riccamente abbigliata, seduta in una stanza; salta agli occhi la differenza tra l’umiltà dell’arredo, praticamente assente, le vesti lussuose della donna e la piccola natura morta al lato del quadro, un insieme di gioielli e olii profumati.

Il volto della santa è quello della cortigiana Anna che, ormai amica del pittore, era stata già sua modella e aveva chiesto di essere ritratta come la peccatrice fattasi santa, forse perché nutriva una speranza per la sua vita disgraziata.
Il quadro è davvero prezioso, realizzato con la tecnica dello specchio convesso che permetteva di ritrarre la scena dall’alto, ci presenta una Maddalena umanissima, che semiaccasciata sulla sedia, le mani in grembo, riflette. Ma è facile capire che in realtà è Anna stessa a riflettere sulla sua condizione di pubblica peccatrice, e una lacrima scende sulla sua guancia. Anna, che con la sua vita dissoluta si era negata alla Grazia, in silenzio si mette davanti a Dio e cerca la sua presenza.

Nella stanza oscura, la luce colpisce delicatamente il viso di Anna\Maddalena e illumina gli oggetti in terra. La luce, centrale nell’opera del pittore, è sempre usata come allegoria di Dio che “irrompe” nella storia dell’uomo*, luce che risana, che sostiene, e il viso rivolto in basso di Anna ci racconta una storia di vergogna e di ricerca della redenzione.

A terra i gioielli che Maddalena in spirito di penitenza si è strappata; via dal collo le preziose perle, le braccia sono “nude” non servono più i bracciali pieni di gemme; il vaso con l’olio profumato tanto costoso troverà un nuovo uso. Maddalena è in attesa di ricominciare da capo a vivere la sua vita vera, quella vita tutta in Cristo che le fa il viso rosso di vergogna e il cuore gonfio di pena per se stessa. Abbandonando la sua condizione di libertinaggio, abbandona la vecchia se stessa nella stanza buia, butta via i gioielli e attende.

La Maddalena penitente di Caravaggio è il poetico riassunto di come la Grazia arriva nel buio del peccato e conduce a nuova vita, la luce discreta è Dio che prende per mano e consola.
Anna morirà a 25 anni annegata nel Tevere; Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, morirà di febbre dopo una vita turbolenta, su una spiaggia di Napoli. I loro destini disgraziati si sono congiunti in questa muta supplica al Dio che tutto può perdonare.

 

* M. Calvesi, Caravaggio o la ricerca della salvazione, in Atti del convegno “Letture iconologiche di Caravaggio”, 1973.