La Repubblica non ha bisogno di dotti…

«La République n’a pas besoin de savants» (La Repubblica non ha bisogno di dotti)… Con queste parole Jean-Baptiste Coffinhal, vicepresidente del tribunale rivoluzionario, pronunciò la sentenza di morte contro Antoine-Laurent de Lavoisier, uno dei padri della chimica moderna, l’8 maggio 1794.
Di fronte alla storiografia ufficiale che tende spesso, se non sempre, a ricordare i presunti “orrori” dell’oscurantismo clericale (talmente tenebroso da aver dato origine alle più importanti università d’Europa) e a dimenticare i fatti storici, non possiamo far altro che constatare che la Repubblica ha bisogno di ignoranti.
Dinanzi al solo egualitarismo che funziona, ossia quello della ghigliottina, non possiamo che porci la seguente domanda: a che cosa servono gli uomini liberi in una società in cui l’individuo non deve pensare ma soprattutto non deve studiare?
Mai come oggi, infatti, si venera lo studio come fonte di emancipazione; a patto, però, che sia lo studio “a senso unico”, quello che asservisce le giovani menti ai princìpi del pensiero dominante, con buona pace del senso critico.
Perciò, cari ragazzi, andate pure serenamente a manifestare per salvare il “pianeta” (alias la divinità Gaia). Sollevate bene in alto quei cartelli (gentilmente offerti da Soros & Co) perché, si sa, a studiare troppo si rischia di perdere la testa!