L’ambientalismo sale in cattedra
«Tutti gli studenti sono invitati a partecipare allo sciopero ecologista di venerdì 27 settembre sul tema dei cambiamenti climatici». A rilanciare il mito dell’ambientalismo non è un attempato signore nostalgico del Sessantotto e nemmeno uno studente con poca voglia di lavorare… ma il Ministro della Pubblica Istruzione in persona.
Se non fosse una cosa tragica ci sarebbe da ridere: il ministro Lorenzo Fioramonti, dopo la bizzarra idea di tassare merendine e bibite per stipendiare i funzionari statali operanti nelle scuole laiche, ne spara un’altra inviando una circolare a tutti i dirigenti scolastici e invitandoli a giustificare le assenze di quei studenti che marineranno la scuola il giorno venerdì 27 settembre in occasione della festività liturgica della nuova religione ambientalista inerente lo “sciopero del clima”.
Lo sciopero dietro paradossale ordine del governo è un chiaro campanello d’allarme sulla dittatura culturale portata avanti dall’establishment.
Ma veniamo al dunque… per quale motivo i giovani italiani dovranno disertare i banchi? Ma ovvio… per salvare il pianeta!
I regimi rivoluzionari hanno sempre avuto molta cura di avere la gioventù sotto il loro controllo a discapito delle famiglie, della Chiesa e dell’educazione cristiana che per secoli ha caratterizzato la nostra civiltà: dal XIX secolo in poi la scuola è sempre stata una perfetta macchina ideologica di rieducazione volta a plasmare il rivoluzionario di domani.
È evidente che la sporcizia nelle strade e l’inquinamento, avendo conseguenze dirette sulla nostra salute e sul decoro, siano problemi da risolvere, ma alla luce del buon senso e del realismo cristiano, non dell’ambientalismo talebano che fa degli esseri umani un pericolo da eliminare e l’ambiente una divinità da adorare… anche perché il fine dell’uomo è salvarsi l’anima, non salvare il pianeta.