Facciamo i genitori seri: insegniamo ai bambini a parlare con Gesù!

Lasciate che i bambini vengano a me (Antoine Ansiaux)
Riportiamo di seguito alcuni brani estratti da Lasciate che i fanciulli vengano a Me, di Fratel Candido delle Scuole Cristiane, (titolo originale: Formiamo il bimbo al soprannaturale, L.I.C.E.).

Dopo la preghiera ordinaria, qualche volta invitiamo il bambino a stare un po’ solo con Gesù: «Ora va’ nella tua stanza e parla con Gesù, digli qualche cosa». […]

Un giorno, in treno, fui presente a questa scenetta. Un bambino di due anni fu messo a dormire sulla reticella dei bagagli, come fosse una valigia. Poco dopo, tra la mamma e il bambino cominciò questo dialogo: «Mamma!». «Dimmi, gioia!». «Mamma!». «Gioia!». «Mamma!». «Gioia mia!». E continuarono così per un bel po’ senza dirsi altro! Si capiva che quella mamma e quel bimbo gioivano più che se avessero fatto grandi discorsi. E perché Gesù e i bambini non dovrebbero parlarsi con altrettanta semplicità? […]

Mamme, che capite così bene il linguaggio semplice dei vostri bambini e lo preferite ai discorsi studiati ed eleganti degli adulti, pensate che anche Gesù ama la conversazione con le vostre creature, Lui che ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me, di essi è il Regno dei Cieli» (Lc 18, 16). […]

I bambini sono sensibilissimi ai buoni sentimenti, ai buoni esempi e a tutto ciò che è soprannaturale. Ma bisogna formarli, istruirli e insegnare loro come devono fare. […] In una famiglia tutti piangevano davanti alla salma del nonno. Un bambino di cinque anni disse: «Perché piangete? Il nonno è in paradiso; sta bene e prega per noi». Che semplicità! Che candore!

Invitiamo il bambino a pensare a Dio anche nei momenti più normali. Per esempio, se vede dei fiori: «Ringrazia Dio che li ha creati così belli e profumati». Se vede gli uccelli e li sente gorgheggiare: «Vedi, il Signore li ha creati per rallegrare la nostra vita». Vede della bella frutta sugli alberi: «Ringraziamo il Signore che ci dà tante cose buone». C’è un temporale e il tuono fa paura: «Impara a temere Dio, che con un fulmine potrebbe sterminare chiunque». Ma diciamogli anche che non deve temere se è in grazia di Dio, perché la morte non è un vero male, se non per chi è in peccato.

A 17 anni Franco Castagnini si vide condannato a morire per una grave malattia. Ai suoi cari che piangevano chiese di avvicinarsi. Quando i genitori, i nonni e gli zii furono vicini al letto, disse loro: «Dite con me: Signore, sia fatta la tua volontà». E siccome, commossi, esitavano a ripetere quelle parole, li esortò: «Dite forte con me: Signore, sia fatta la tua volontà». Poche ore dopo spirò sereno e andò incontro al Signore. […]

Se vedete portare al cimitero un morto, dite al bambino: «Ringrazia il Signore che ti mantiene in vita, e pensa che, come quel defunto, tu pure dovrai presentarti al tribunale di Dio ed essere giudicato». Se il vostro bambino conosce qualcuno che è malato, suggeritegli: «Domanda per lui la guarigione al Signore e ringrazialo che ti dà la salute». Se vede un bel cielo stellato: «Com’è bello e com’è grande… molto più bello, molto più grande è Dio che ha creato tante cose…». Se una foglia cade dal ramo: «Vedi, assomiglia alla vita che prima o poi se ne va…». Se vede fare un’azione buona da una persona: «Se sarai buono anche tu e vorrai bene al Signore, un giorno ti accoglierà e ti stringerà al suo cuore per sempre…».

Si dicono tante banalità ai bimbi e si pensa così poco a formarli a quelle idee e a quei sentimenti sublimi che riguardano le cose soprannaturali, a cui dobbiamo saperci elevare anche contemplando la natura. Un giorno una bambina, in campagna, sentendo la mamma dire: «Che bel panorama!», subito rispose: «Ringraziamo Dio che ci ha dato gli occhi per vederlo!».